Castello Di Patti

Castello Sicilia, Messina - Patti

Epoca
XII Secolo
Visitabile
Si, gratuito
Proprietà
Privata

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Descrizione

Dal rilievo su cui sorgeva la fortezza si dominano le colline circostanti, la fiumara di Montagnareale e l’ampio territorio litoraneo del golfo compreso tra capo Calavà e il promontorio di Tindari; inoltre è evidente una capacità di controllo sulle rotte commerciali da e per le antistanti Eolie.

Sconvolgimenti naturali e modificazioni apportate negli anni da parte dei vescovi hanno distrutto la quasi totalità dell’originario impianto fortificato dell’abbazia-castello. Delle originarie strutture in elevato sopravvivono una torre merlata che presidiava la rampa d’accesso al complesso e un bastione con contrafforti sotto il sagrato antistante il portale principale della cattedrale ove, durante i lavori del 1980, si è scoperta una galleria scandita da arcate a sesto acuto il cui ingresso si guadagna tramite un portale ad ogiva.

I paramenti murari di tali elementi superstiti sono caratterizzati da una raffinata bicromia ottenuta con l’utilizzo di conci calcarei e pietra lavica a sottolineatura delle mostre che contornano gli infissi, di particolare effetto compositivo, giocato su queste alternanze chiaroscurali, è la parte basamentale del fronte principale della cattedrale.

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Come raggiungere

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Storia

Nel IX – XI secolo la località è già esistente sotto la dominazione islamica – Peri 1953 – 56, pp. 87 – 88.

Alla fine dell’XI secolo Roberto di Mandaguerra, comes de Aucetum, genero del conte Ruggero, possiede beni a Patti, Naso e altri centri – Maurici 1992, p. 106.

Nel 1094 vengono donati al “novello monastero di Patti” (San Bartolomeo) molti villani, un giudeo e metà del castello di Naso; lo stesso anno si danno all’abate benedettino dignità e funzioni vescovili, aggregando le abbazie di Patti e Lipari – Barberi, I, pp. 54 – 56; Amari 1933 – 39, III, pp. 243, 310 – 311.
All’inizio del XII secolo è periodicamente residenza della contessa Adelaide e del figlio Ruggero.

Nel 1118 la contessa Adelaide, ritiratasi a Patti, vi muore il 26 aprile e viene sepolta nella cattedrale – Magisteri, Porrazzo 1990, p. 75.

Nel 1127 un’armata almoravide assale e saccheggia Patti – Amari 1933 – 39, III, p. 395.

Nel 1131 l’antipapa Anacleto II erige a sede vescovile i monasteri riuniti di Patti e Lipari – White 1984, pp. 150 – 151.

Nel 1133 l’abate Ambrogio tenta di attirare in castro Pactas genti di lingua latina – Peri 1953 – 56, p. 88.

Nel 1134 re Ruggero ribadisce i privilegi del padre e conferma Patti come sede vescovile – Barberi 1962, I, pp. 54 – 56.

Nel 1150 ca. Idrisi la chiama Baqtus (Baqdas per Yaqut) e la definisce “fortezza (hisn) difendevole, con vasto territorio” – Amari 1880 – 81, I, pp. 66 – 67; Peri 1953 – 56, p. 89.

Nel XIII secolo è citata espressamente tra le rocche della Sicilia dal Masalik al-Absar – Amari 1880 – 81, I, pp. 261, 662.

Nel 1209 Federico II conferma al vescovo di Patti la metà del castello di Naso – Barberi 1962, I, pp. 54 – 56.

Nel 1250 nella chiesa cattedrale viene esposta la salma di Federico II – Annales Siculi, p. 115.

Nel XIV secolo la località è citata ripetutamente come terra et castellum – Michele da Piazza, p. 340.

Nella metà del XIV secolo è signore della rocca Bonifacio d’Aragona, cugino di Pietro II d’Aragona – Fazello, II, pp.  631 – 632.

Nel 1356 Patti, Librizzi, Zuppardini e Sant’Angelo di Brolo costituiscono la capitania di Giovanni di Patti e , subito dopo, di Vinciguerra Aragona – Bresc 1986, p. 801.

Nel 1357 Sancio d’Aragona consegna a re Luigi d’Angiò la città e la rocca di Patti – Fazello, II, p. 639.

Nel 1391 Bartolomeo Aragona sostiene di possedere la capitania di Patti – D’Alessandro 1963, p. 123.

Tra il 1466 e il 1472 il vescovo Corrado Caracciolo fa restaurare il castello, convertendolo in palazzo vescovile – Pirri 1733, p. 784.

Nel 1511 i giurati protestano per essere stati reclusi nelle carceri comuni li quali su orribili et fetidi mentre dovevano essere portati alle carceri del castello che erano per li pirsuni principali et condictionati – Trasselli 1982, p. 260.

Nel 1558 assieme all’abitato non viene citata alcuna fortezza – Fazello, I, p. 430.

Nel 1584 Camilliani trova ancora l’abitato cinto da mura, sostenendo che esse esistevano già da 500 anni – Mazzarella, Zanca 1985, p. 335.

Nel 1656 il vescovo Alfonso de los Cameros promuove la fondazione del seminario nell’area a monte dell’abitato, presso il castello – Sgrò 1998, pp. 48 – 49.

Nel 1693 i terremoti di gennaio provocano ingenti danni alla cattedrale ed agli annessi seminario e palazzo vescovile, che saranno restaurati dal vescovo Migliaccio – ivi, p. 49.

Tra il XVIII secolo ed il XIX si operano ulteriori demolizioni e restauri.

Nel 1960 – 1968 il vescovo Giuseppe Pullano demolisce e ricostruisce ex novo l’edificio del seminario (già gravemente alterato) oltreché il palazzo vescovile – ivi, pp. 51 – 52.

 

Bibliografia

Castelli medievali di Sicilia, guida agli itinerari castellani dell’isola; Regione Siciliana Centro Regionale per l’Inventario la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali e Ambientali.

 

Indirizzo: Centro urbano, via Magretti, via e largo Cattedrale

Facilities


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