Castello Di Gratteri

Castello Sicilia, Palermo - Gratteri

Epoca
XIII Secolo
Visitabile
Nessuno
Proprietà
Comune

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Descrizione

Gli scarsissimi resti oggi risultano compromessi dalla presenza di un serbatoio idrico. Si arguisce che l’impianto originario fosse un recinto arroccato che isola la parte sommitale di un dorso roccioso sul quale sorgeva il castello, che risulta isolato dagli scoscendimenti formati da ripidi canaloni che, scendendo dal monte Dipilo (m 1385), confluiscono nel torrente Piletto che sbocca a occidente di Cefalù e Lascari. La balza rocciosa costituisce una guardia naturalmente avanzata a nord-ovest del monte in direzione della costa lungo cui sorge il caricatore di Roccella. Nascosto dalla balza stessa, ed esteso verso nord-est, si estende l’abitato contenuto entro una cavea naturale dominata da creste rocciose.

La zona su cui sorgeva il castello è chiamata Arcaria (da archi), in quanto il muro che si levava nel lato sud-est si impostava su delle strutture arcuate, demolite con quanto rimaneva della struttura. I resti assai scarsi del castello impegnano l’esigua parte pianeggiante sommitale della roccia. Probabilmente ne faceva parte anche l’antica matrice, contigua dalla parte nord-orientale, a ridosso e sotto la quale sopravvivono i percorsi, parzialmente coperti, di accesso e che dovevano superare il recinto arroccato.

 

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Prezzi ed orari

Come raggiungere

Dall'autostrada A20 uscire a Buonfornello per entrare in A19/E932 verso Catania; prendere l'uscita Buonfornello verso Campofelice di Roccella e imboccare la SS113; svoltare in SP28 per 12 km in direzione Gratteri.

La tua esperienza personale può essere di grande aiuto agli altri viaggiatori. Grazie!




Storia

L’abitato di Gratteri risulta incluso nelle pertinenze della diocesi di Troina nel 1081, mentre nel 1082 un diploma di Ruggero gran conte lo elenca tra le proprietà della contessa Adelasia. Altro passaggio di mano nel 1131, quando l’abitato è inserito tra i centri di pertinenza della nuova diocesi di Cefalù; dopo neppure vent’anni, nel 1148, il nuovo signore della terra è Camerino Gastanel. La prima menzione del castello è data da Idrisi, nel 1150, che parla del castello di Q.ratiris “piccolo ma [signoreggiante territorio] ubertoso”.

Nella prima metà del XIII secolo Federico II concede a Giliberto Monteforte, suo senescalco, i titoli di conte di Petralia e signore di Gratteri; ancora l’azione dello Staufen sarà determinante per le sorti del castello: nel 1250 nel testamento dell’Imperatore si citano Gratteri e Isnello, che passano sotto la giurisdizione della chiesa di Palermo. Nel 1258 re Manfredi concede i feudi di Petralia e Gratteri, insieme ad Asinello (Isnello) alla chiesa di Palermo; tuttavia, nel 1271 (gen. 12) il castello, già controllato da Enrico Ventimiglia che subisce una momentanea confisca, diventa beneficio di Guillaume de Maustiers [o Mosterius] da Callian; rimarrà ai Ventimiglia fino al XVIII secolo. Nel 1338 il centro, terra et castrum, è citato nella vicenda che porta alla morte di Francesco I Ventimiglia. Dopo duecento anni, nel 1558, si cita quale “cittadella di recente fondazione” da Fazello (I, pp. 99, 129, 448). Nella prima metà del XIXsecolo viene abbattuto per ricavare materiale per la costruzione della nuova matrice.

 

Bibliografia

Castelli medievali di Sicilia, guida agli itinerari castellani dell’isola; Regione Siciliana Centro Regionale per l’Inventario la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali e Ambientali.

 

V. Amico, Dizionario topografico della Sicilia, tradotto e annotato da Gioacchino Di Marzo, 2 voll., Palermo 1855-56.

 

L. Catalioto, Terre, baroni e città in Sicilia nell’età di Carlo d’Angiò, Messina 1995.

 

V. D’Alessandro, Politica e società nella Sicilia aragonese, Palermo 1963.

 

T. Fazello, De Rebus Siculis decade duae, Palermo 1558; trad. it con titolo Storia di Sicilia a c. di A. De Rosalia, Palermo 1990.

 

F. Maurici, Castelli medievali in Sicilia. Dai bizantini ai Normanni, Palermo 1992.

 

I. Peri, Città e campagna in Sicilia, I, Dominazione normanna, “Atti dell’Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Palermo”, s. IV, XIII, parte II, 2 voll., Palermo 1953-56.

 

F. San Martino de Spucches, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia dalle loro origini ai nostri giorni, 10 voll., Palermo 1924-1941.

 

L. T. White jr., Il monachesimo latino nella Sicilia normanna, trad. it. di White 1938, Catania 1984.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Indirizzo: Centro urbano, località "Archaria" serbatoio idrico

Facilities