Castello Di Verres

Castello Valle d'Aosta, Aosta - Verres

Epoca
XIV Secolo
Visitabile
Si, pagamento
Proprietà
Regione

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Descrizione

Il Castello di Verrès è costruito su di un picco roccioso a strapiombo sul torrente Evançon, che domina il sottostante borgo di Verrès.

Definito da Edouard Aubert il più bel monumento dell'età feudale in Valle d'Aosta, il castello è un cubo poderoso di circa 30 metri di lato, coronato da fitti beccatelli che sostengono la merlatura, in seguito coperta dal tetto.

Superata l'antiporta che si apre nella cinta fortificata, accessibile anche a cavallo dal ponte levatoio, si incontra l'edificio destinato a corpo di guardia situato di fronte all'entrata del castello. Il portale di ingresso immette in un androne (1) difeso da una caditoia dissimulata nella volta; una seconda porta, anticamente protetta da una saracinesca, dà accesso al cortile del castello (2).

Attorno a questo ambiente quadrato il corpo dell'edificio è disposto ad anello su tre piani, collegati da un monumentale scalone in pietra impostato su archi rampanti. La regolarità geometrica della struttura e l'essenzialità della decorazione, affidata unicamente ai particolari in pietra verde e bianca lavorata, si intonano al carattere militare dell'edificio e denotano altresì l'eccellenza delle maestranze che operarono a Verrès.

Al piano terreno si aprono due grandi saloni simmetrici che occupano per intero i lati est e ovest del castello, mentre a sud è situata la cucina (3). Il salone orientale (4), probabilmente in origine adibito a magazzino per l'artiglieria, è coperto da una volta a botte. Di maggior interesse è la sala d'armi sita a occidente (5), voltata a sesto acuto: essa presenta due camini monumentali dagli stipiti sagomati; il raddoppio delle murature e altri indizi emersi nel corso del recente restauro attestano la sovrapposizione di più campagne costruttive.)

I locali del primo piano, riservati ai signori del castello, sono illuminati da eleganti bifore di gusto trecentesco, più ampie di quelle degli altri piani. La grande sala da pranzo (6) è collegata da un passavivande alla cucina padronale (7). Questo ultimo ambiente, dotato di tre grandi camini, presenta una volta in pietra a vele multiple rifatta ai tempi di Renato di Challant, l'unica copertura originale ancora esistente nel castello; degno di nota è anche il camino sul lato nord, di dimensioni eccezionali e riccamente decorato da modanature e pilastrini.

Al secondo piano (non visitabile) sono situati gli appartamenti di servizio, collegati da una scala in legno al piano delle caditoie.

Il maniero, aperto per visite al pubblico, ogni anno ospita una manifestazione in costume d'epoca, il Carnevale Storico. L'evento dura una settimana  e rievoca un episodio storico che ebbe come protagonisti Caterina di Challant e Pierre d'Introd.

Nel 2010 la Regione ha approvato uno studio che prevede la costruzione di una galleria nella roccia sottostante il castello, da cui partiranno due ascensori in verticale, che condurranno i visitatori nel cortile esterno del castello, accessibile solo con una mulattiera.

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Prezzi ed orari

Come raggiungere

Autostrada A5 (Torino-Aosta) uscita Verrés. Per raggiungere il castello di Verrès vi sono due strade: una mulattiera appena rimessa a nuovo che parte dalla scalinata di piazza Emile Chanoux e la strada asfaltata che parte da piazza Europa, nei pressi del campo sportivo.
La prima giunge direttamente ai piedi di una vecchia mulattiera, che occorre percorrere a piedi (10 minuti circa) per arrivare al castello; la seconda sale sino ad Omens, ma occorre fermarsi alla seconda piazza, lasciare l'auto, scendere verso il bar sottostante e percorrere obbligatoriamente la vecchia mulattiera.

La tua esperienza personale può essere di grande aiuto agli altri viaggiatori. Grazie!




roberto

roberto

  • 04/05/2010

per gli amanti del genere militare questa fortezza è assolutamente da vedere

Storia

Sul promontorio roccioso dove si erge il Castello di Verrès, sorgeva già un edificio fortificato, sede della giurisdizione dei signori De Verrecio, discendenti dai signori aostani De Porta Sancti Ursi, risalente al 1230.

Intorno al 1370, in seguito all'estinzione della famiglia dei De Verrecio, il castello e la signoria tornarono nelle mani del Conte di Savoia Amedeo VI che nel 1372 lo diede a Ibleto di Challant. Costui fece edificare l'attuale maniero, terminato nel 1390, come ricorda un'iscrizione gotica posta sopra un ingresso del primo piano.

Nel 1536, Renato, quinto conte di Challant, potenziò le capacità difensive del castello con la costruzione della cinta muraria, munita di cannoni, di spingarde e di speroni a contrafforte. Con la morte di Renato, nel 1565, per mancanza di eredi maschi legittimi, il castello passò ai Savoia che vi posero a guardia un presidio militare, rimasto fino al 1661, quando il duca sabaudo Carlo Emanuele II trasferì la guarnigione al Forte di Bard, punto strategico dove si concentrava la difesa della Valle d'Aosta.

Gli Challant riuscirono a rientrare in possesso della fortezza nel 1696. In seguito al matrimonio della vedova dell'ultimo discendente dei Challant, con un membro della famiglia dei Passerin d'Entrèves, il maniero a metà del secolo XIX fu ereditato da questi ultimi e nel 1894, grazie ad Alfredo d'Andrade, Sovrintentende ai Monumenti del Piemonte e della Liguria, divenne proprietà dello Stato.

Nel 1894 iniziarono così i lavori di restauro, in particolare la ricostruzione di tutte le parti in legno e il rifacimento del coronamento sommitale.

All'inizio del secondo dopoguerra, il castello è passato alla regione Valle d'Aosta e, nei primi anni 80, è stata rifatta la copertura in lastre di pietra "lose" del tetto. Nel 1994 si è cominciato a eliminare dai muri interni le incrostazioni di calcare prodotte dalle intemperie nei secoli in cui il castello era stato abbandonato.

Ritenuto uno dei più rilevanti esempi europei di fortezza militare tardogotica, il poderoso castello di Verrès fu costruito da Ibleto di Challant alla fine del 300. Tipico castello monoblocco, Verrès ha pianta quadrata di 30 metri di lato e mura spesse oltre 2 metri.

Nel 1536 Renato di Challant rinnovò l'apparato difensivo del maniero adattandolo all'uso delle moderne arma da fuoco. L'intervento, ricordato da una lapide posta al di sopra del portale d'ingresso, fu realizzato con la collaborazione di un esperto architetto militare, il capitano spagnolo Pietro de Valle. In questa occasione venne costruita una cinta muraria munita di cannonniere, di speroni a controfforte e di torrette poligonali da offesa, idonei all'impiego di cannoni e delle spingarde fusi nel feudo che il conte di Challant possedeva a Valangin, in Svizzera; l'ingrsso fu reso più sicuro mediante la realizzazione dell'antiporta con il ponte levatoio e l'apertura di feritoie. Si provvide inoltre ad aprire nuove finestre a crociera, in aggiunta a quelle a tipo gotico a monofora e a bifora già esistenti, e nuove porte ad arco moresco, di evidente influsso spagnolo; gli interni furono arricchiti con nuovi arredi.

Alla morte di Renato di Challant senza eredi di sesso maschile(1565), il castello venne incamerato dai Savoia. Nel 1661 il duca Carlo Emanuele II ordinò di smantellare gli armamanti e di trasferirli al forte di Bard, . Gli Challant riottennero il possesso della rocca nel 1696 e lo mantennero fino all'estinzione della casata, ai primi del XIX secolo.

A quell'epoca il castello era abbandonato da quasi due secoli: il tetto, già in parte crollato, era stato demolito del tutto per evitare il pagamento del canone erariale, così che i piani superiori erano esposti alle intemperie e invasi dalle erbacce. Il salvataggio di questo castello come per i castelli di Issogne e di Fénis, si deve all'interesse di un gruppo di intellettuali piemontesi accomunati dalla passione per il Medioevo.

Araldica

L\'origine degli Challant è controversa e dibattuta. Alcuni storici li fanno discendere dai Marchesi di Monferrato, in Piemonte, altri dai Marchesi di Saluzzo sempre in Piemonte. In ambedue i casi si trattava di un ramo bastardo di una grande e nobile famiglia: questo dovrebbe essere il significato della banda nera che attraversa in diagonale il loro stemma. Una terza ipotesi vorrebbe che gli Challant e i Savoia avessero una lontana origine comune.

L\'ascesa degli Challant iniziò con il titolo di Visconte di Aosta che li metteva in condizione di esercitare diritti e di costruire castelli nei punti nevralgici della Valle d\'Aosta, tanto da divenire così potenti da essere i naturali interlocutori dei Savoia.

La casata degli Challant si estinse con Teresa, Contessa di Cacherano Osasco della Rocca d\'Arazzo, che morì nel 1837.

Lo stemma degli Challant era " d\'argento al capo rosso, con la banda nera attraversante il tutto".

Bibliografia

 Thiebat Pier Giorgio, Verrès duemila anni di storia, Grafiche Gerandin.

 

Indirizzo: Località La Tour

Facilities

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