Il Castello a Mare. Un poderoso baluardo difensivo nel Porto di Palermo.

 

Il Castello a Mare. Un poderoso baluardo difensivo nel Porto di Palermo.

Mostra dal 24/05/2018 al 03/07/2018 in Sicilia al Palazzo Reale O Castrum Superius Di Palermo

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La mostra Il Castello a Mare. Un poderoso baluardo difensivo nel Porto di Palermo, promossa dal Comitato di Pilotaggio del Sito seriale UNESCO “Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”, è realizzata dalla Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia insieme al Lions 108 YB Sicilia. L'evento è finalizzato ad una maggiore conoscenza e ad una migliore valorizzazione di uno dei più antichi monumenti di Palermo, intimamente legato alla storia politica ed urbanistica della città fin dall’età normanna.

Il percorso di conoscenza è strutturato in 5 diverse sezioni, illustrate attraverso pannelli autoportanti. Nelle prime 3 sezioni sono presentate le vicende storiche e architettoniche del Castello a Mare dalle origini fino alla sua riscoperta, avvenuta a seguito della traumatica distruzione ed alla conseguente situazione di degrado; la quarta sezione ne descrive e ne mostra invece lo stato attuale, mentre l’ultima offre un’ipotetica proposta di miglioramento delle condizioni di fruizione e di conoscenza dello stesso. Il tutto attraverso un corredo iconografico e grafico molto ricco e qualitativamente alto, supportato da testi e didascalie sintetici ma esaustivi, appositamente pensati per una lettura agile e piacevole, ma che presenta in maniera compiuta i tratti salienti del monumento sotto il profilo storico e architettonico.

Ogni sezione espositiva è contraddistinta da un diverso colore dei pannelli, ordinati secondo un percorso molto semplice e lineare all’interno del Cortile Maqueda, nella prestigiosa sede del Palazzo Reale di Palermo.

Nel corso della stesura del Dossier di Candidatura per l’iscrizione nella World Heritage List UNESCO del sito seriale “Palermo arabo-normanna e la Cattedrali di Cefalù e Monreale”, nella provincia di Palermo sono state censite 22 emergenze architettoniche arabo-normanne (escludendo le testimonianze oggi in stato di rudere o ridotte a semplici brani architettonici), di cui soltanto 9 riconosciute come aventi i requisiti di idoneità necessari per essere dichiarati Patrimonio dell’Umanità (Palazzo Reale e Cappella Palatina; Chiesa di San Giovanni degli Eremiti; Chiesa di Santa Maria dell’ammiraglio; Chiesa di San Cataldo; Cattedrale di Palermo; Palazzo della Zisa; Ponte dell’ammiraglio; Cattedrale di Cefalù; Cattedrale di Monreale).

I restanti monumenti, infatti, pur preservando significative caratteristiche arabo-normanne, presentano delle problematiche in ordine alla loro integrità, autenticità, conservazione e fruizione, e pertanto non ritenuti del tutto idonei a contribuire in maniera rappresentativa alla composizione del sito seriale UNESCO. Le maggiori criticità in essi rilevate sono raggruppabili in tre differenti categorie:

  • Monumenti che conservano solo parzialmente gli elementi originari dell’architettura arabo-normanna o che non contribuiscono in maniera essenziale all’espressione dell’eccezionale valore universale del sito candidato;
  • Monumenti la cui integrità e/o autenticità è stata compromessa da interventi di epoche successive;
  • Monumenti che presentano problemi legati allo stato di conservazione o che non posseggono i necessari requisiti per una adeguata fruizione del bene.

Questi monumenti, sulla base delle diverse criticità presentate, sono stati suddivisi idealmente in due categorie: monumenti di Categoria A e monumenti di Categoria B.

La prima categoria raccoglie quei monumenti che, pur presentando il carattere di autenticità e di integrità, soffrono al contempo di problemi relativi alla loro conservazione, alla loro accessibilità e fruizione. Seppure in massima parte conservati essi necessitano, quindi, di azioni di intervento infrastrutturale e di natura gestionale (salvaguardia del contesto, infrastrutture per l’adeguata fruizione del bene, interventi di restauro) che potrebbero, in futuro, implementare la fruizione culturale dei siti e permetterne l’inserimento nella World Heritage List UNESCO.

La seconda categoria comprende invece quei monumenti che, in virtù delle loro vicende storiche, hanno perso in modo consistente elementi di integrità ed autenticità. Questi ultimi, pur presentando anch’essi evidenti caratteristiche o tracce arabo-normanne, nel complesso dei loro elementi costitutivi non sono ascrivibili alla Categoria A, a causa appunto della rilevante perdita di elementi di originalità. Tali monumenti sono comunque importanti e storicizzati, in quanto integrano lo scenario storico-architettonico e monumentale della Palermo arabo-normanna, e pertanto ugualmente degni di attenzione in merito al loro stato di conservazione e di fruizione.

Monumenti arabo-normanni di “Categoria A”

1) Il Castello a mare ha subito importanti trasformazioni a partire dal XV secolo, quando divenne un baluardo della zona portuale nel nuovo sistema difensivo della cinta muraria cinquecentesca della città. Caduto in disuso nel corso del secolo XIX, il castello venne estesamente sottoposto a demolizioni tra il 1923 e il 1924, mentre le parti superstiti vennero restaurate da Francesco Valenti tra il 1924 e il 1935. Oggi gli elementi medievali superstiti sono esigui e insufficienti per rappresentare i valori per i quali si propone la candidatura del sito seriale (motivazione I). Inoltre, il complesso monumentale non è provvisto allo stato attuale delle adeguate strutture per la fruizione del bene (motivazione III).

2) Il Palazzo di Maredolce con l’annesso Parco della Favara, sono andati incontro nel corso del secolo XX ad un lento ma inesorabile degrado delle strutture e del contesto urbano. Sebbene il Palazzo presenti caratteri di integrità ed il suo stato di conservazione sia stato migliorato negli ultimi anni da interventi di restauro, non presenta allo stato attuale le condizioni favorevoli per una adeguata fruizione del bene, né le situazioni di degrado e di abusivismo edilizio possono ancora considerarsi risolte, mentre il parco, a sua volta, versa in uno stato di degrado, e il bacino idrico un tempo esistente è oggi secco  (motivazione III).

3) La chiesa di Santa Maria Maddalena, sebbene si trovi in ottimo stato di conservazione e le sue condizioni di integrità e di autenticità sono indiscutibilmente idonee a rappresentare i caratteri per i quali si riconosce l’eccezionale valore universale del sito (ad eccezione della cupola, andata distrutta in seguito all’ultimo evento bellico), essa sorge tuttavia all’interno di un’area di proprietà dello Stato adibita a Caserma dei Carabinieri. Pertanto allo stato attuale non sussistono le condizioni per una adeguata fruizione e valorizzazione del bene (motivazione III).

4) Sebbene i caratteri architettonici peculiari dell’edificio/padiglione della CUBA, un tempo appartenente al parco del Genoardo, siano in parte rappresentati dalla Zisa, il monumento presenta importanti elementi potenzialmente in grado di contribuire in maniera originale al sito seriale proposto. Le condizioni d’integrità strutturale della Cuba sono parzialmente compromesse dalle vicende conservative del complesso, le cui destinazioni d’uso sono mutate nel corso dei secoli da lazzaretto a caserma militare. Tuttavia, il complesso monumentale ha ritrovato una sua unità architettonica grazie ai diversi restauri avvenuti nel corso del secolo XX. Oggi adibito a luogo di visita, esso non presenta tuttavia adeguate misure volte ad una corretta fruizione. In particolare mancano allo stato attuale strutture e percorsi di visita idonei, mentre l’immediato contesto di pertinenza versa in uno stato di degrado al quale occorrerebbe porre rimedio attraverso azioni di valorizzazione e salvaguardia tese a rendere esteticamente apprezzabile l’intero complesso (motivazione III).

5) La chiesa della SS. Trinità, detta “Magione”, ha subito nel corso del XIX e del XX secolo ingenti interventi di restauro ad opera di Giuseppe Patricolo e di Francesco Valenti, volti a liberare l’edificio dalle superfetazioni barocche e neoclassiche del XVII e del XVIII secolo, e a ripristinarne l’aspetto originario. Tuttavia, a causa dei gravi danneggiamenti riportati a seguito dei bombardamenti alleati nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la chiesa venne interessata da notevoli interventi di ricostruzione, operati dal Soprintendente Mario Guitto, che ne hanno compromesso in maniera importante lo stato di integrità, cosa che ne ha determinato l’esclusione (motivazione II).

Sebbene inizialmente esclusi dal sito seriale UNESCO, questi monumenti, una volta risolti i problemi in ordine alla conservazione, alla loro accessibilità ed alla fruizione che ne hanno ostacolato l’inserimento, come detto potrebbero entrare a farne parte.

Per raggiungere tale finalità, sono state ideate quindi una serie di iniziative attraverso le quali approfondirne lo stato di conservazione e di fruizione, e valutare le azioni più idonee da adottare per il miglioramento delle condizioni di partenza, motivo di esclusione.

La prima delle iniziative ha interessato il Castello a Mare, per il quale è stato organizzato un convegno di studio, svoltosi il 29 marzo 2018 presso l’Oratorio dei SS. Elena e Costantino di Palermo, nel corso del quale si sono alternate le relazioni delle personalità più autorevoli sotto il profilo scientifico, istituzionale e culturale-associativo direttamente interessate alla valorizzazione del monumento, che hanno permesso di individuare le strategie e gli interventi più consoni per migliorarne la conoscenza, la conservazione e la fruizione.

Congiuntamente alla realizzazione del convegno, è stata pensata la realizzazione di una mostra con lo scopo di migliorare la conoscenza e le possibilità di fruizione di una realtà monumentale dalle origini arabo-normanne che, allo stato di fatto, risulta poco conosciuta e poco visitata: da tale iniziativa prende vita il progetto di conoscenza Il Castello a Mare. Un poderoso baluardo difensivo nel porto di Palermo.


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