Necropoli longobarde in Italia :: Castello del Buonconsiglio

 

Necropoli longobarde in Italia :: Castello del Buonconsiglio

Nessuno dal 26/09/2011 al 28/09/2011 in Trentino Alto Adige al Castello Del Buonconsiglio

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Necropoli longobarde in Italia, Convegno:: Castello del Buonconsiglio, dal 26 al 28 Settembre 2011

Il convegno, organizzato dall'Università di Trento, dall'Associazione RFA, dal Castello del Buonconsiglio e sostenuto dal Progetto APSAT e dalla Cassa Centrale Banca, intende presentare le scoperte più significative e contemporaneamente fare il punto sullo stato della ricerca delineando gli obiettivi futuri in seguito alla scoperta del numero elevato di sepolture longobarde in Italia. Responsabile scientifico del progetto è la dott.ssa Elisa Possenti dell’Università di Trento alla quale abbiamo chiesto di anticipare qualche dato “ I dati sono molti e importanti in quasi tutte e regioni dell'Italia settentrionale e centrale e il convegno ha tra i suoi obiettivi proprio quello di presentare al pubblico le nuove scoperte che quindi sentiremo insieme durante i tre giorni dell'incontro.

Tra le scoperte parzialmente note possiamo ricordare il grande sepolcreto di S. Albano Stura in Piemonte dove le ricerche dirette dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici hanno portato alla luce una estesa necropoli di quasi ottocento tombe; altrettanto importanti sono tuttavia altre scoperte effettuate per esempio in Lombardia e Veneto dove le necropoli sono caratterizzate da corredi di qualità e pregio veramente notevoli. Significativo è anche l'apporto del Trentino dove le ultime scoperte stanno contribuendo a definire meglio le cronologie di alcuni tipi di reperti che sono dei veri e propri fossili-guida anche per altre regioni.” Quali sono state le metodologie di ricerca utilizzate ? “ Le metodologie degli ultimi anni sono caratterizzate da una forte multidisciplinarietà, ragion per cui oltre all'archeologo il lavoro sul campo e poi quello successivo di studio, si avvalgono della competenza di altri studiosi quali i paleobotanici, gli antropologi, i paleopatologi, i fisici e i geologi.

A questo proposito una delle tecniche di maggior novità è costituita dalle analisi paleonutrizionali che contestualmente danno indicazioni preziose sulla terra d'origine dei defunti. A questo proposito nell'ambito del convegno verranno presentati i risultati di una ricerca in corso presso la Römisch-Germanische Kommission di Francoforte su alcuni campioni osteologici provenienti da necropoli longobarde dell'Ungheria e della Boemia. D'altro canto lo studio delle necropoli può interagire - come il caso trentino dimostra in modo molto significativo e con risultati assolutamente innovativi - anche con lo studio dei paesaggi e degli insediamenti”. Come si pone la nostra città nei confronti dei Longobardi e quale è stata la loro influenza? “ Trento è stata segnata fin dai tempi di Paolo Orsi da uno spiccato interesse verso le testimonianze lasciate durante il corso dell'alto medieovo dai popoli germanici (Ostrogoti, Longobardi) e si trova idealmente e fisicamente a cavallo tra il resto delle regioni d'Italia interessate da queste presenze e il mondo transalpino in cui è molto radicata la tradizione di studi su questi popoli.

Le ricerche condotte sul territorio trentino grazie al Grande Progetto Apsat (Ambiente e Paesaggi dei Siti d'Altura Trentini) scientificamente diretto dal prof. Gian Pietro Brogiolo, hanno d'altro canto contribuito ad acquisire una serie di dati nuovi sulle trasformazioni del territorio a partire dall'età longobarda. Dal momento che questi dati dialogano in modo estremamente interessante con quelli relativi alle necropoli - che tuttora costituiscono uno degli indicatori più significativi del periodo altomedievale - si è quindi avvertita la necessità di instaurare un confronto con le altre regioni italiane al fine di contestualizzare meglio il caso trentino. I Longobardi hanno senz'altro segnato una tappa importante nel percorso storico che ha portato alla situazione odierna. Duplice e solo apparentemente contrastante è stato il loro ruolo: da una parte di rottura e innovazione rispetto alla precedente età romana, dall'altra di conservazione della tradizione romana medesima, o perlomeno di alcune sue parti.”

La partecipazione al seminario è aperta a tutti, gradita l’iscrizione presso la segreteria organizzativa entro il 20 settembre.

Info 0461 281777(Antonella Neri) e 0461 482856 (Annamaria Azzolini).


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