Castello Di Acquaviva O Vallecorsa Vecchia

Castello Lazio, Frosinone - Vallecorsa

Epoca
IX Secolo
Visitabile
Si, gratuito
Proprietà
Comune

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Descrizione

Le rovine del villaggio medioevale fortificato di Acquaviva sorgono su di un cucuzzolo del crinale dei Monti Ausoni. Ciò che resta di quel borgo, arroccato su una suggestiva collinetta a 617 metri tra i monti di Fondi e Vallecorsa, sono la cinta muraria, i bastioni, le cisterne dell'acqua e i resti di materiale necessario alla vita agricola della popolazione; tra questi si notano ancora alcune mole in pietra per la macinazione delle olive.

Il sito nel 2004 è stato nominato dalla Regione Lazio “Monumento naturale”; è un ambiente caratterizzato da fenomeni carsici epigei, dove i numerosi ruderi avvolti da vegetazione si trovano in una posizione strategica, dalla quale si gode uno splendido panorama che spazia dai Monti Ausoni alla Piana di Fondi sino alla linea costiera del Mar Tirreno con le Isole Potine sullo sfondo ed affascinano il moderno visitatore col loro secolare silenzio, interrotto soltanto dal vento che soffia e che si insinua tra gli ampi tratti rimasti delle mura, nei bastioni rettangolari e nelle cisterne dell'acqua.

I ruderi, sono raggiungibili grazie ad un sentiero sistemato nel 2009, che salendo dalla Forcella Pica, segue pressappoco l’antico confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato della Chiesa (strada facendo si incontrano ancora vecchi cippi di confine in pietra del 1847, con, da un lato, il “Giglio” dei Borboni e dall’altro le “Chiavi di San Pietro”).

Le indicazioni, tuttavia, si trovano solo quando si è giunti ormai in prossimità del sito; per renderne più facile l'individuazione basterebbe collocare qualche cartello sia sulla SS637 che percorre Vallecorsa, sia in via S.Francesco.


         

 

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Prezzi ed orari

Come raggiungere

IN AUTO

Da Roma O Da Napoli: Autostrada A1 uscita Frosinone, poi SS156/Tangenziale Dei Monti Lepini seguire indicazioni per Ceccano-Vallecorsa; da Ceccano Via Gaeta/SS637 fino a superare il centro abitato. Prendere Via S.Francesco posta sulla destra della via principale per Gaeta e continuare seguendo le indicazioni per il tiro a volo al primo incrocio; al secondo incrocio che si incontra, proseguire a sinistra per circa 1Km fino a giungere su di un ponticello, dove comincia la strada carrabile per i ruderi (strada Vallecorsa-Fondi).

Da Latina: SS7/Via Appia fino a Fondi, da qui SS637/Via Gaeta superando il centro abitato di Lenola; oltrepassato il passo della Quercia del Monaco (Confine tra le province di Latina e Frosinone), si imbocca una pista carrabile alla sinistra della statale, che va in direzione di Vallecorsa; dopo circa 1Km, sulla sinistra inizia comincia un sentiero pedonale che porta ai ruderi.

IN TRENO

Linea Ferroviaria Roma-Napoli (Via Cassino), fermata nella stazione di Castro-Pofi-Vallecorsa che si trova in località Madonna Del Piano (Castro Dei Volsci), a 10 Km dalla Vallecorsa, facilmente raggiungibile in autobus.

 

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Storia

Acquaviva viene anche chiamata “Vallecorsa Vecchia”, in quanto parecchi ritengono che l’attuale paese sia stato fondato dagli abitanti del borgo di Acquaviva dopo il suo progressivo abbandono. Così parlando, evidentemente, si è voluto immaginare una coincidenza tra l'abbandono del sito di Acquaviva e la nascita di Vallecorsa, quasi ci fosse stato una sorta di travaso dall'uno all'altro borgo. Le parole, però vengono smentite dalle carte storiche: quando Acquaviva venne abbandonata (XV secolo), Vallecorsa esisteva già da molti secoli, come testimonia un documento del 1072, nel quale viene citata tra i beni del Duca di Fondi, Littefreda, anche Vallecorsa oltre che Acquaviva.

Del passato più remoto di Acquaviva si sà poco o niente in quanto esistono poche citazioni in documenti storici; si ritiene che molto probabilmente sia stata fondata attorno all’Anno Mille. Essa è poi menzionata oltre che nel documento di Littefreda anche nell’inventario di Onorio II Caetani di Fondi (1491).

Acquaviva cominciò a decadere con la crisi che investì l’Europa nel XIV secolo, fino a scomparire, come tanti altri castelli, verso la fine del secolo successivo. Posizionata più a sud rispetto a Vallecorsa, ai confini con il territorio di Fondi, dominante sul mare, svolse inizialmente la funzione di insediamento militare. L'abbandono del suo abitato, ha avuto come causa scatenante dapprima le razzie dei turchi e poi quelle dei briganti.

I turchi, dopo aver attaccato Sperlonga si diressero fino a Fondi tentando di rapire la Contessa Giulia Gonzaga. Guidati da Khair ed Din, figlio di un rinnegato greco cristiano, famoso per il soprannome di “Barbarossa”e signore incontrastato di tutti i pirati “barbareschi” che infestavano, inalberando la Mezzaluna, le acque del Mediterraneo, dopo aver saccheggiato ed incendiato Sperlonga, nel 1534, assaltarono in forze la città di Fondi, nel tentativo di rapire la celebre e bellissima Contessa.
Ma Giulia Gonzaga, prima che i pirati giungessero nel castello, riuscì a porsi in salvo fuggendo verso il castello di Itri; i pirati islamici molto probabilmente, dopo aver saccheggiato Fondi, si spinsero sino ad Acquaviva, ormai indifesa, incendiandola.

Successivamente (XVI secolo), l'insediamento di Acquaviva già in parte abbandonato dalla popolazione, venne saccheggiato e semidistrutto dalla banda del famoso brigante abruzzese Marco Sciarra, il quale aveva il suo quartier generale presso il castello di Itri.
L'insediamento di Acquaviva, al tempo era posto in una zona di confine; quello che divideva il Regno delle due Sicilie dallo Stato Pontificio e chiamata appunto per il suo carattere di neutralità, "terra di nessuno". Tristemente conosciuta anche come "terra dei briganti", questa parte degli Ausoni, ne vide passare, nell'arco di appena due secoli, fino al 1870, un grande numero.
Gli antichi passi di montagna, battuti dal bestiame, facevano da palcoscenico alla grande tragedia della storia della montagna e del meridione conosciuta come "Brigantaggio" che si consumava in quegli anni.

Le vicende di confine diedero quindi il colpo di grazia all'insediamento di Acquaviva che rimase abbandonata fino a tempi recenti.

Il sito è stato dichiarato nel 2004 monumento naturale dalla Regione Lazio e nel 2009 in parte restaurato.

Bibliografia

  •  M. Colagiovanni, "Storie di Vallecorsa", Roma, 1989;
  • Sito internet della città di Vallecorsa, www.comune.vallecorsa.fr.it, sezione itinerari naturalistici.

 

Indirizzo: Monti Ausoni

Facilities

  • Parcheggio auto
  • Area picnic
  • Percorso bici
  • Trekking
  • Panorama
  • Rifugio nelle vicinanze
  • Percorso fuoristrada
  • Equitazione